Le
fonti
Le fonti della conoscenza
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IL SAGGIO VYASADEVA |
I testi sacri dello yoga contengono l'essenza
delle esperienze di generazioni
di grandi maestri yoga. Per molti secoli queste esperienze furono tramandate
per via orale finché vennero poi riportate in forma scritta.
La maggior parte dei testi yoga
contiene brevi versi in sanscrito corredati di commenti
per spiegarli. E’ interessante sapere che ogni generazione di maestri yoga
compose nuovi commenti per rispondere ai bisogni dei tempi e al livello
evolutivo dei propri allievi.
Abbiamo raggruppato per voi i più noti testi sacri dello yoga:
Filosofia yoga generale
Bhagavad Gita
Srimad Bhagavatam
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KRISHNA E ARJUNA SUL CAMPO DI BATTAGLIA DI KURUKSETRA |
Bhagavad Gita
La Bhagavad
Gita, scritta dal saggio e
santo Vyasa, consiste di 700 versi in sanscrito. Essa è l'essenza
filosofica della grande epopea indiana del Mahabharata.
In questo dialogo senza tempo fra il maestro o guru Krishna e l'allievo Arjuna,
la Bhagavad Gita
insegna all'uomo l'arte del retto vivere e del retto agire.
Il dialogo si articola intorno alla complessa domanda di quale sia la vera
natura dell'uomo e quale il suo rapporto con Dio. Esso
ha su un campo di battaglia, simbolo della lotta incessante fra la natura più
bassa e quella più alta (vera) dell'uomo. Secondo la Gita, ci sono tre percorsi
che conducono alla verità suprema: il sentiero del servizio
disinteressato (Karma Yoga), il sentiero dell’amore e
della devozione a Dio (Bhakti Yoga) ed il sentiero della
conoscenza (Jnana Yoga). Nella sua grandezza filosofica, la Bhagavad Gita
rappresenta l'essenza della saggezza dei Veda.
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SUKADEVA GOSWAMI RIVELA A MAHARAJA PARIKSIT LO SRIMAD BHAGAVATAM |
Srimad Bhagavatam
In
questo testo sacro il Dio Krishna è la figura centrale di un'enciclopedia
completa su etica, filosofia e spiritualità indiane. Lo Srimad
Bhagavatam è un lavoro significativo sul Bhakti
(devozione) in armonia con la conoscenza (Jnana). Qui
l'ambrosia del Bhakti è unita all’elisir dello Jnana. Questa scrittura sacra è unica
per bellezza, fascino, lingua e filosofia.
Le Upanishad
Le opere di
Sankaracharya (Il gran gioiello della discriminazione, La conoscenza della
verità, La conoscenza del Sé)
Le Upanishad
Le Upanishad sono l’ultima parte dei Veda e costituiscono
il fondamento della filosofia vedanta. Si dice che contengano
le esperienze mistiche dei grandi saggi. Il termine Upanishad significa 'star
seduti vicino', cioè vicino a un insegnante o a un guru che trasmette oralmente
all’allievo la sua conoscenza spirituale. Le Upanishad classiche sono 108.
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SANKARACHARYA |
Le opere di Sri Adi Sankaracharya
Sankaracharya
ha vissuto nell'ottavo secolo dopo Cristo ed è considerato uno dei più grandi
filosofi indiani e il più importante esponente della filosofia della
non-dualità o advaita vedanta.
Il gran gioiello della discriminazione
Vivekachudamani
(letteralmente “il gran gioiello
della discriminazione”), un capolavoro che consiste di 580 versi, è scritto in
forma di dialogo fra insegnante e allievo e tratta di temi come le varie tecniche
di meditazione, le caratteristiche di un guru e come
raggiungere la realizzazione del Sé. L'allievo impara gradualmente
come raggiungere Brahman o la Coscienza Suprema.
Tattva Bodha – La conoscenza della
verità
Chi sono
io? Qual è il senso della vita? Il Tattva Bodha (“la
conoscenza della verità”) risponde a queste e ad altre domande. Il Tattva Bodha
è scritto in forma di dialogo fra allievo e insegnante e descrive il concetto
dei tre corpi, i tre guna (qualità della natura),
i tre stati della mente, la discriminazione tra ciò
che è reale e ciò che è irreale e altri temi di questo genere.
Dedicandosi intensamente a queste domande, l’aspirante spirituale raggiunge la realizzazione
del Sé, ovvero la conoscenza dell'unità del Sé con l'Assoluto o Dio.
Atma Bodha – La conoscenza del Sé
L’Atma
Bodha o “la conoscenza del Sé” è un breve trattato sull’advaita
vedanta, detta anche filosofia della non-dualità, e consiste di 68 versi
scritti in sanscrito. Il termine non-dualità si riferisce alla
convinzione che l'anima individuale (Atman) e l'anima
universale e assoluta (Brahman) siano la stessa cosa.
Secondo l’Atma Bodha, la falsa identificazione con gli oggetti fugaci del mondo
materiale può essere superata soltanto quando la consapevolezza del Sé o
dell’Eterno appaiono evidenti.
Psicologia yoga
I Raja Yoga Sutra di
Patanjali Maharishi
Raja
Yoga Sutra di Patanjali Maharishi
Hatha Yoga
Gheranda Samhita
Siva Samhita
I tre testi classici sullo Hatha Yoga
Hatha Yoga Pradipika
Lo Hatha
Yoga Pradipika è un manuale classico sullo Hatha Yoga.
Fu scritto in sanscrito nel XV secolo da Swami Swatmarama, un discepolo
di Swami Goraknath, ed è considerato il più antico testo giunto a
noi sullo Hatha Yoga. Esso contiene sia le istruzioni sulla pratica
delle posizioni (Asana), sugli esercizi di respirazione (Pranayama)
e sulle tecniche di purificazione (Kriya), sia una descrizione
delle differenti energie del corpo.
Gheranda Samhita
Il
Gheranda Samhita, nome in sanscrito per ‘compendio di Gheranda’, fu scritto nel
XVII secolo ed è uno dei tre testi classici sullo Hatha Yoga. Questo
esauriente lavoro parla in modo particolare degli Shat Kriya, le pratiche
di purificazione degli organi interni, o Ghatastha Yoga .
Siva Samhita
Siva
Samhita, significa ‘compendio di Siva’. Questo testo, il cui l'autore è
sconosciuto, è scritto in forma di dialogo fra il dio indù Siva e la sua
consorte Parvati ed è considerato il testo più completo sullo Hatha
Yoga (posizioni). Tra le altre cose, affronta le diverse correnti
filosofiche, le asana, la meditazione, le energie del corpo, l'importanza del
guru, i quattro sentieri dello yoga e i vari metodi per raggiungere la
liberazione e come superare gli ostacoli per ottenerla.
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SIVA |
Bhakti Yoga
Bhakti Sutra di
Narada
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NARADA MUNI |
Bhakti Sutra di Narada
In questo testo classico, il saggio indiano Narada
descrive il sentiero della devozione a Dio (Bhakti
Yoga). L’opera è scritta in forma di sutra (sutra in sanscrito significa
collana o filo), un manuale in versi che consiste di 84 aforismi su
come coltivare il Bhakti (amore divino).
Il Bhakti Yoga è uno dei
quattro sentieri classici dello yoga, oltre allo Jnana Yoga (o yoga della
conoscenza), al Raja Yoga (controllo della mente) e al Karma Yoga (servizio
disinteressato) e, al giorno d’oggi, è considerato il percorso più
facile e più diretto per giungere alla realizzazione del Sé.
Epopee
Mahabharata
Ramayana
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KRISHNA AVATARA DI VISNHU |
Mahabharata
Il
Mahabharata, nella sua versione originale in sanscrito, consiste di 100.000
versi ed è il poema epico più lungo al mondo. Si dice che
l’autore sia stato il saggio Vyasa e che Ganesha (il Dio con la testa di
elefante) lo scrisse sotto sua dettatura. Narra l’affascinante storia
dei cinque fratelli Pandava, di come il fratello maggiore
Yudhisthira, la personificazione del dharma o della rettitudine, perse il suo
regno al gioco e fu costretto ad andare in esilio per 12 anni con i fratelli,
Bhima, Arjuna, Nakula e Sahadeva e la loro regina, Draupadi. Nel corso degli
anni vissero molte emozionanti avventure – accanto al loro cugino, il Signore
Krishna – mentre si preparavano per la battaglia imminente contro il loro
nemico, Duryodhana. Il cuore dell'epopea è la Bhagavad Gita che
contiene gli insegnamenti del Signore Krishna ad Arjuna sul campo di battaglia,
simbolo della lotta fra la mente superiore e quella inferiore.
Il Mahabharata affascina per la sua trama colma di intriganti intrecci
secondari e per l’indimenticabile schiera di personaggi che
rappresentano l’ampia diversità delle esperienza umane.
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IL SAGGIO VYASA E GANESHA |
RAMAYANA
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SITA RAMA LAXMANA HANUMAN |
Ramayana
Ramayana significa letteralmente la storia di
Rama . È una delle epopee più antiche della letteratura sanscrita.
L'autore è il saggio Valmiki. Il poema racconta la
storia di Rama e di Sita, incarnazioni del Signore Narayana e della
sua consorte Lakshmi. Rama rappresenta il dharma, la virtù dell’onestà. Egli è
la personificazione dell’ideale di figlio, di marito e di statista.
Il Ramayana racconta dei 14 anni durante i quali il principe Rama visse
di esilio a seguito degli intrighi alla corte di suo padre, il re
Dasaratha. La moglie fedele di Rama, Sita, e suo fratello Lakshmana, lo
seguirono nella foresta. Un giorno Sita fu rapita dal demone Ravana. Il
dio-scimmia Hanuman e un esercito di scimmie e di orsi aiutarono Rama a
sconfiggere l'esercito di Ravana e a salvare Sita. Le drammatiche avventure e
l’eccezionalità dei protagonisti fanno del Ramayana – insieme al Mahabharata – l’opera
letteraria più importante della cultura indiana.